Il Coronavirus sta avendo un impatto senza precedenti sulla salute mentale e fisica degli italiani, creando o peggiorando, problemi psicologici esistenti. Ma qual è stata la percezione del cibo durante la crisi epidemiologica di Covid-19?
La crisi epidemiologica attuale ha mutato le nostre vite e il modo in cui siamo sempre stati abituati a rapportarci con gli altri e con noi stessi. Da consulente di Wedding Marketing, non avrei mai pensato di ritrovarmi a scrivere qualcosa su di un virus, ma la pandemia di Covid-19 ha rivoluzionato la nostra vita e il nostro modo di pensare.
Mi sono così imbattuta in una tematica delicata e complessa, quella delle conseguenze che il lockdown ha causato nella vita degli italiani che soffrono di disturbi alimentari o disturbi in generale.
Il rapporto tra Covid-19 e cibo è stato sicuramente un rapporto a tinte scure nella maggior parte dei casi; a tinte un po’ più chiare per chi è riuscito a superare il proprio disturbo alimentare grazie a questo momento di pausa surreale che tutti noi ci siamo ritrovati a vivere.
L’impatto della pandemia sui disturbi alimentari in Italia
I disturbi alimentari in Italia sono molto diffusi, soprattutto tra i più giovani, i quali possono vivere una relazione complessa con il cibo a causa di numerosissimi motivi.
Durante il lockdown dovuto al SARS-CoV-2 i pattern psicopatologici di chi è affetto da un disturbo alimentare (che possa essere anoressia o bulimia) si sono sicuramente rinforzati, spiegano gli esperti del portale www.PsicologiOnline.net. La totale chiusura e la fase di stallo che abbiamo vissuto ha reso più fragili tutte le persone affette da disturbi, anche alimentari, e le categorie già deboli.
L’isolamento sociale non ha fatto altro che aumentare esponenzialmente l’ansia e la frustrazione di chi è affetto da un disturbo alimentare. Tuttavia il cambiamento radicale che il Covid-19 ha comportato è stato percepito meno da chi è bulimico rispetto che da chi è anoressico: le cause di questa diversa accettazione sono da rintracciare nella scelta di vita di molti bulimici di sottoporsi già, in qualche modo e nella vita di tutti i giorni, ad una forma di isolamento.
L’isolamento sociale, poi, ha esposto chi è affetto da disturbi dell’alimentazione a rischi di abbuffate o restrizioni alimentari. Le grandi quantità di cibo che ognuno di noi ha dovuto procurarsi durante i mesi di lockdown sono state per i bulimici un fattore scatenante del disturbo, mentre il rapporto con l’attività fisica di chi soffre di anoressia nervosa è andato, in molti casi, a degradarsi.
Coloro che convivono con questi disturbi alimentari hanno infatti temuto di perdere il controllo del proprio peso e dunque anche della propria vita; ciò ha portato alla messa in atto di risposte patologiche.
Il supporto psicologico durante la pandemia
Un punto debole di questa faccenda è stata sicuramente l’inadeguatezza, nella maggior parte dei casi, del supporto psicologico a distanza. Sono state tantissime le persone che hanno dovuto interrompere una terapia con il proprio medico o un percorso che avevano intrapreso: l’impossibilità di migliorare nella propria condizione è stata fonte di frustrazione per molti.
La pandemia ha davvero messo in crisi i soggetti più delicati e tra questi gli affetti da bulimia nervosa sono risultati essere i più vulnerabili. Le grandi provviste di cibo, l’impossibilità di continuare una terapia (se non con le difficoltà che la comunicazione telematica comportava) e l’ansia generata dalla paura di non avere scorte a sufficienza sono stati tutti elementi che hanno influito gravemente sugli individui bulimici.
Covid-19 e salute mentale: una difficile convivenza
Non conoscevo gli effetti che il lockdown ha sortito sulle categorie più fragili della nostra società e soprattutto su tutti coloro che sono affetti da disturbi dell’alimentazione, i quali hanno vissuto il rapporto Covid-19-cibo in prima persona.
Ho deciso di coinvolgere anche te in questa consapevolezza, a cui di solito parlo di wedding marketing perché parto dal presupposto che se conosciamo (e comprendiamo) la realtà che ci circonda e le problematiche altrui, allora possiamo comprendere meglio il mercato a cui solitamente ci rivolgiamo come professionisti.
Oltre ai problemi legati al cibo, la pandemia da COVID-19 sta generando nelle persone stati di paura, ansia e depressione. Il Coronavirus sta quindi avendo un impatto anche sulla salute mentale delle persone e se un po’ mi conoscete saprete già quanto io sia promotrice dell’idea che il benessere mentale è alla base di qualsiasi cosa.
Non a caso ho approfondito l’argomento che riguarda il benessere mentale all’interno del mio libro “Wedding Marketing professionale”. Se ti va di conoscermi meglio e scoprire un po’ di più il mio lavoro e la mia personalità, leggilo. Ti aspetto tra le pagine del libro!